Esame posturale nel portare in fascia.
Portare i bimbi con la fascia è un’antica tradizione che oggi viene rivalutata e supportata anche da studi scientifici nel mondo Occidentale. Per questo motivo abbiamo ritenuto opportuno eseguire un analisi con esame posturale nel portare in fascia …
Il portare in fascia
Un modo per relazionarsi profondamente con il proprio bimbo:
- stando insieme nel mondo,
- soddisfacendo i suoi bisogni primari di contenimento e di contatto,
- garantendo un adattamento graduale alla vita extra-uterina.
Un percorso per costruire la fiducia primaria, comunicando fisicamente amore, sostegno, presenza e sicurezza per crescere un bambino sereno e forte, sicuro di sé, donandogli una bagaglio di valori che potranno aiutarlo ad affrontare il mondo e le relazioni future.
Siamo sicuri che il portare in fascia sia salutare per la nostra schiena?
Proprio per rispondere a questa domanda è stato intrapreso uno studio dal prof. Alessi Samuele posturologo responsabile dello Studio MPA e la Consulente della Scuola del Portare, Elisa Valzan.
Durante una riunione Regionale piemontese della Scuola del Portare tenutasi a Rivoli, il posturologo ha eseguito dei test utilizzando una pedana baropodometrica per valutare in maniera oggettiva l’organizzazione dell’apparato muscolo scheletrico su soggetti che con diverse modalità di legature portano in fascia i propri figli.
Il risultato dei test, se pur questi sono stati eseguiti su un campione statisticamente non rilevante, è stato molto interessante.
La pedana analizza la morfologia dei piedi evidenziando i punti di maggior carico, e fa un’analisi stabilometrica del movimento del baricentro corporeo.
Incrociando questi dati si ha oggettiva chiarezza dell’organizzazione dell’apparato muscoloscheletrico
Esame posturale nel portare in fascia: test eseguiti
Sono stati eseguiti 3 test differenti:
- MORFOLOGIA E CARICHI GRAVITAZIONALI
- PIEGAMENTO DEGLI ARTI INFERIORI
- STABILOMETRIA IN POSIZIONE ERETTA
MORFOLOGIA E CARICHI GRAVITAZIONALINel primo test possiamo vedere la morfologia dei piedi in tre condizioni differenti del soggetto: - SOGGETTO
- SOGGETTO CON BIMBO IN BRACCIO
- SOGGETTO CON BIMBO IN FASCIA
Nel primo esame posturale del posrtare in fascia, possiamo notare come il carico venga sviluppato molto verso gli avampiedi con un carico nella norma sull’appoggio del pide destro rispetto al piede sinistro.
Nel secondo esame posturale (con bimbo senza fascia) si evidenzia un sovraccarico del 54% sull’arto destro, lateralità sul quale viene portato in bimbo.
Nel terzo esame (bimbo portato in fascia) la distribuzione dei carichi risulta nuovamente omogenea e regolare sia sulle lateralità che sugli avampiedi e retropiedi.
Risultati
QUESTO DIMOSTRA CHE UNA FASCIA BEN LEGATA PORTA UNO SCARICO OTTIMALE SUL RACHIDE E NON ESERCITA SOVRACCARICHI UNILATERALI.
PIEGAMENTO DEGLI ARTI INFERIORI
In questo esame posturale nel portare in fascia, viene richiesto sempre nelle 3 condizioni differenti, un piegamento degli arti inferiori studiando il movimento del baricentro corporeo (con la sua proiezione sul suolo) durante il gesto:
Nella sovrapposizione dei grafici non è eclatante la differenza di spostamento che esiste tra il portare in fascia (grafico verde) ed il portare in braccio (grafico blu).
Al contrario invece se si analizzano i risultati in termini di caratteristica dei movimenti i dati risultano rilevanti. Viene analizzata la lunghezza del movimento (ovvero quanto il baricentro corporeo si allontana dal suo punto 0) e la velocità del gesto ( quindi quanto il gesto viene eseguito in controllo).
La prima esecuzione (soggetto) e la terza (soggetto con bimbo in fascia) presentano risultati pressochè uguali, quindi mantenendo le fisiologiche caratteriste del movimento. La seconda esecuzione (soggetto con bimbo in braccio), al contrario, evidenzia una lunghezza di movimento che è di 3 cm maggiore rispeto al normale, spostando pericolosamente il baricentro corporeo oltre un limite fisiologico, ed una velocità di 0,2 cm/s maggiore rispetto alla normalità che evidenzia un instabilità.
É da considerarsi come corpo stabile infatti, un corpo che ha una velocità tendente allo 0.
STABILOMETRIA IN POSIZIONE ERETTA
Durante questo test viene richiesto ai soggetti di stare in posizione ortostatica (eretta), per un minuto ad occhi aperti e successivamente ad occhi chiusi.
Il test va a studiare se esiste un intervento più importante delle catene cinetiche muscolari, nelle tre differenti condizioni (soggetto, soggetto con bimbo in braccio, soggetto con bimbo in fascia).
Nei primi 2 quadranti viene presentato il movimento del baricentro corpore proiettato sul suolo nella condizione senza bimbo. Il soggetto evidenzia solo ad occhi chiusi una perdita di equilibrio verso i talloni, quindi una catena cinetica posteriore più attiva rispetto quella anteriore.
Nei quadranti centrali viene presentato il movimento del baricentro nella condiazione con bimbo in braccio,. Il soggeto presenta un peggioramento della situazione sia ad occhi aperti che ad occhi chiusi.
Nei 2 quadranti più bassi viene presentato il movimento del baricentro nella condizione con soggetto che porta il bimbo in fascia. In questo caso la condizione ad occhi aperti si ristabilizza, mentre ad occhi chiusi il sistema viene sempre condizionato con uno spostamento verso il dietro, probabilmente causato dalla legatura posteriore.
CONCLUSIONI dell’esame posturale nel portare in fascia
I risultati dell’esame posturale nel portare in fascia sul campione analizzato rendono chiaro che il portare ha effetti positivi sull’aspetto psicosomatico e culturale. In più ha degli aspetti biomeccanicamente utili e funzionali nel trasporto e nella vita quotidiana per il dualismo genitore-bimbo.
La fascia se ben legata, stabilizza la catena cinetica posteriore, scaricando in punti corretti le tensioni. La muscolatura paravertebrale, il quadrato dei lombi e l’ileopsoas lavorano in una corretta sinergia utilizzando i punti di scarico della fascia in appoggio su strutture ossee che possono sopportare naturalmente carichi anche ed oltre i 20 kg.
Le stesse fascie per caratteristiche dei tessuti che le compongono, con la loro elasticità avvolgono dolcemente il bimbo, copiano ergonomicamente le curve fisiologiche del genitore. Sotto consiglio del Consulente si potrà optare per una legatura piuttosto che per un’altra a seconda delle caratteristiche ficiche ed antropometriche della coppia genitore/bimbo.
RICORDIAMO CHE:
- le immagini ed i dati sono stati estrapolati da alcune cartelle come esempio
- lo studio è stato sviluppato su un campione di analisi statisticamente non rilevante. Per questo da parte dello Studio MPA c’è tutto l’interesse ad approfondire il discorso ampliando il servizio a chiunque fosse interessato.
In attesa di rendere questi dati oltre che significativi, anche scientificamente provati ,
ringraziamo per la disponibilità Elisa Valzan e le sue colleghe.Non esitate a chiederci informazioni in merito o visitate direttamente il sito www.studiompa.com.
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